Le Suore Maestre Pie dell’Addolorata hanno dato inizio nel 1993 alla loro attività missionaria in Zimbabwe, e più precisamente nella città di Chegutu.
Lo Zimbabwe è uno stato situato nel cuore dell’Africa centromeridionale ricco di risorse del sottosuolo non utilizzate e ricco di risorse umane non valorizzate, situazione comune a buona parte del continente africano.
Gravissima è la piaga dell’ AIDS che miete uomini e donne dell’età compresa fra i 20 e 30 anni, perciò ci sono tantissimi orfani e il loro numero è in continuo aumento. Generalmente questi orfani vengono accolti dagli zii e dai nonni che a loro volta hanno già una famiglia numerosa e povera.
La “Sadza” una specie della nostra polenta costituisce il pasto principale e spesso unico del popolo.
L’attività delle suore si svolge in campo pastorale, con il catechismo ai piccoli e ai grandi, ma in particolare ai catechisti stessi; i quali vengono preparati perché siano portatori del Vangelo nelle loro famiglie, nelle loro parrocchie e in particolare nelle zone lontane e isolate.
Quando la mattina alle sette le suore vanno alla Messa, centinaia di bambini sono già fuori della porta a sedere per terra e giocare coi bastoncini, con l’acqua delle pozzanghere, coi fili d’erba da intrecciare, con la palla di pezza, mentre quelli di 7 o 8 anni trasportano sulla testa grossi pesi e così tutto il giorno.
In missione hanno cercato di fondare un gruppo Caritas, che ha faticato non poco a partire perché non c’era niente da condividere con nessuno. Si è cercato comunque di individuare i più bisognosi dando loro un pasto al giorno, fagioli, uova, sadza e cercando di mandarli a scuola perché non stiano tutto il giorno a far niente.
Le suore iscrivono i bimbi alla scuola, che da loro inizia il 13 gennaio, e si impegnano a seguire il loro andamento chiedendo informazioni periodiche agli insegnanti.
Assicurano alle famiglie adottanti la preghiera quotidiana al Signore e una S.MESSA mensile il giorno 19.
L’invito di Gesù “Andate e tutto ciò che avrete fatto a uno di questi piccoli, l’avrete fatto a me” è un invito che le suore per prime hanno accolto facendolo diventare uno stile di vita, ma è un progetto che si potrà realizzare solo se ci sarà anche da parte nostra un sostegno e un contributo alle loro attività missionarie.
Grazie all’intervento di tante famiglie questi bambini possono sperare in un futuro migliore.